TERRA DI LUPI E BRIGANTI



La mia bella Garfagnana è una terra selvaggia, boscosa e in parte misteriosa. 
Lo è sempre stata, anche nel passato, selvaggia e diversa dal resto della Toscana. 
Pensate a Firenze, Siena, alle belle colline del sud e dimenticatevene quando pensate a questa zona. 
Qui le colline spoglie con i casali e i cipressi lasciano il posto a borghi pittoreschi arroccati su colline e montagne, con panorami da mozzare il fiato, ma talvolta isolati. Gli interminabili filari di vigne e gli oliveti, lasciano il passo a boschi di castagni, querce e salendo su, verso le montagne, lecci, faggi e abeti. 
Qui lupi, cinghiali, volpi e altri animali selvatici popolano i boschi e nel passato, pensate, c'erano persino gli orsi!
Tuttavia nonostante l'apparente desolazione, la Garfagnana è stata terra ambita da dominatori forestieri... Fiorentini, Lucchesi, Pisani ed Estensi si combatterono, fino a quando questi ultimi riuscirono a sottrarre gran parte del territorio a Lucca e si stanziarono nel cuore cittadino della Garfagnana, ossia Castelnuovo, dove venivano mandati i loro governatori. 

Ed è proprio qui che inizia la mia storia di oggi. 
Alfonso II, duca di Modena, Ferrara e della Garfagnana necessitava di una persona fidata da mandare in questa terra lontana, un governatore, che amministrasse il territorio in sua vece.
Fu così che nel 1522 Ludovico Ariosto, scrittore e poeta, fedele suddito alla corte del duca d'Este, divenne governatore della Garfagnana.
Secondo i più, Ariosto non era per niente felice di lasciare la sua Ferrara, i suoi amati studi e i suoi amori (ho sentito dire che Ariosto fosse un cinquecentesco Casanova!), ma non poté sottrarsi al volere del suo duca e quindi partì alla volta di Castelnuovo, dove lo attendeva la Rocca, sede dei governatori estensi.

La Rocca Ariostesca a Castelnuovo Garfagnana
Sappiamo che Ariosto non era affatto felice di lasciare Ferrara e di sicuro fu molto più che scontento della Garfagnana, "terra di lupi e briganti" come l'ha definita, soprattutto dopo che ebbe a che fare con i banditi di questa terra. Uno su tutti fu il Moro del Sillico, il più famigerato e terribile tra i briganti. 
Le lettere di Ariosto al duca raccontano per lo più delle vicende di questo Moro, una di queste, per esempio, racconta che il Moro e suo fratello Baldone, anche lui terrore delle terre garfagnine, uccisero un prete di Pisa insieme ad altri banditi, trovando poi rifugio a Cigerana (odierna Ceserana).




La firma di Messer Ludovico Ariosto

Ariosto riuscì a catturare il terribile Moro più volte, ma ogni volta il brigante riusciva a fuggire aiutato da qualcuno, un personaggio di cui non sospettereste mai... Chi? Ma proprio Alfonso II! 
(Non vi svelerò il perché, se siete curiosi di saperlo lasciatemi un commento e ve lo racconterò!)
Dopo alcuni anni a Castelnuovo l'Ariosto era diventato celebre, soprattutto come difensore del popolo povero e indomito della Garfagnana. 
In molti lo rispettavano, pensate anche molti banditi! 
Una leggenda racconta che il brigante Pacchione, famigerato fuorilegge che abitava nei boschi di San Pellegrino in Alpe, un giorno attaccò l'Ariosto e il suo seguito mentre rientrava da Ferrara. 
Ignorando chi avesse davanti, il Pacchione lo derubò di tutti gli averi e dei bauli, fino a quando uno della sua banda non nominò il governatore. 
Allora il Pacchione domandò "Dov'è Messer Ariosto?"
"Sono io" rispose il poeta.
Il brigante allora gli restituì ogni cosa rubata e aggiunse, inchinandosi profondamente, che anche i briganti rispettavano il governatore. 

Chissà se questa leggenda è vera!
Alcune cose però sono certe: nel '500 la mia bella Garfagnana era davvero terra di lupi e briganti e l'Ariosto, della cui presenza a Castelnuovo siamo molto fieri, fu molto felice di ritornare a Ferrara, alle sue poesie, ai suoi amori e di lasciarsi alle spalle i boschi, gli indomiti garfagnini e i terribili banditi. 




Ps: Le foto che vedete, eccetto quella della Rocca di Castelnuovo, le ho scattate al Sillico, paese di origine del Moro, durante la festa paesana.


Virginia GT

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