IL TERRIBILE MORO



Foto di VerdeAzzurro Notizie

In un precedente articoletto (https://discoveringgarfagnana.blogspot.com/2019/10/terra-di-lupi-e-briganti.html ) ho raccontato la storia di Ludovico Ariosto in Garfagnana e di come in
 questa terra, da lui appunto definita "di lupi e briganti", si fosse dovuto scontrare più volte con la piaga dei banditi. 
In questo articolo però voglio approfondire la storia di quello che per la Garfagnana è il più celebre dei briganti: il Moro del Sillico. 

Innanzitutto il Sillico è un piccolo paese abbarbicato su un colle nel comune di Pieve Fosciana, una bella terrazza da cui ammirare la valle sottostante: il piano Pieve, Castelnuovo di Garfagnana e, sul pendio opposto, il celebre centro di Castiglione.
IL Sillico - Foto D. Bertucelli











La casa del Moro - Foto di Il Parco Immobiliare

Qui, agli inizi del '500, viveva quello che è passato alla storia come il Moro del Sillico. Tale Antonio Mazzei, figlio del Pelegrin del Sillico, temebile capobanda dei briganti, tra cui i fratelli Giugliano e Baldone, che facevano il bello e il brutto tempo per tutta la Garfagnana.

Razzie, stupri, violenze erano le specialità di queste genti che sfuggivano in continuazione alla legge. 
Una delle più celebri malefatte del Moro e dei suoi fratelli, fu l'assassinio di "un prete pisano" proprio in quelle terre garfagnine. 
Rifugiandosi poi a Cigerana (oggi Ceserana) in casa della moglie e della cognata, che erano sorelle. 

Copia delle lettere di Ariosto al Duca
Copia delle lettere di Ariosto al Duca 


Quando Ariosto giunse in Garfagnana, di fronte a questa situazione, non rimase con le mani in mano, ma si dette da fare per riuscire a catturare i briganti (la banda del Moro non era mica l'unica!).
Per prima cosa fu costretto a multare Cigerana per non aver denunciato la presenza dei briganti e poi gli dette la caccia in lungo e in largo. 
Non mi dilungherò troppo, ma vi dirò che alla fine Ariosto riuscì a catturare il temibile bandito e a chiuderlo nelle prigioni della Rocca di Castelnuovo. 

Lì rinchiuso il Moro non poteva che aspettare il giudizio estremo che poteva essere soltanto la morte (visto tutto quello che aveva combinato!). 
Ma non è così facile come pensate. 
Il Moro aveva le spalle coperte da un personaggio di gran lunga superiore all'Ariosto, ossia il Duca Alfonso I d'Este. 
Il Moro e i suoi fratelli non erano solo briganti, ma anche mercenari al soldo del Duca e più volte si erano schierati dalla parte di Modena per difendere i domini estensi, ad esempio nel 1523 contro le truppe del Papa Leone X che voleva togliere la Fortezza delle Verrucole agli Estensi. 

Allora il Duca, che non poteva lasciare inascoltate le richieste dei fratelli del Moro, così utili tra le sue truppe, lo fece evadere dalle prigioni di nascosto, per non farla troppo sporca, lasciando l'Ariosto con una manciata di mosche e tanta rabbia. 

La storia finisce così.
Rimane avvolta in un alone di leggenda che la rende ancora più suggestiva e rivive ogni estate con la bella festa del Sillico. 

Vista del Piano Pieve, Castelnuovo e Alpi Apuane
La festa di Agosto - A cena con i briganti

Scorcio del paese














Virginia GT

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